LA CONGREGAZIONE DEI CONFRATI
DELLA BARA DI MARIA S.S. IMMACOLATA DI TERMINI IMERESE
La data ufficiale di nascita della Congregazione è il 26 Marzo 1884, giorno in cui l’Arcivescovo Michelangelo Celesia ne approvò lo Statuto, costituito da 38 articoli.
Gli scopi principali della Congregazione erano, da una parte la crescita spirituale degli iscritti, da perseguire anche con apposite riunioni e conferenze, oltre all’attuazione di un programma di reciproca solidarietà in caso di morte o di grave bisogno; dall’altra la cura della Cappella dell’Immacolata, e in particolare della bara, sotto il cui titolo la Congregazione era nata.
Obbligo specifico dei Confrati era la custodia della bara, ogni volta che essa fosse uscita in processione.
Proprio alla processioni sono dedicati gli ultimi 4 Articoli dello Statuto, i quali danno anche indicazioni sulle caratteristiche dell’abitino che i Confrati dovranno indossare e dello stendardo:
Art. 35 Quando uscirà la processione, i Confrati indosseranno l’abitino color celeste, orlato bianco, con cordone bianchi e la placca con l’immagine di Maria S.S. Immacolata, col motto Confrati della Bara.
Art.36 I Confrati che non portano la bara si schiereranno con ordine e devozione, recitando il S.S. Rosario dietro di essa.
Art. 37 Avranno anche uno stendardo di color celeste, orlato bianco, con lo stemma con il nome di Maria S.S. Immacolata e il motto “I Confrati della Bara”.
Art. 38 Il Presidente effettivo della Congregazione avrà il diritto assoluto di suonare la campana, nei luoghi d’uso di fermata; in sua assenza o impedimento, destinerà egli stesso uno della deputazione per surrogarlo.
La guida era esclusivamente ecclesiastica. E’ vero che l’Arciprete pro tempore rimase Presidente Onorario, con compiti di garanzia e tutela, ma la deputazione composta inizialmente da 7 elementi compreso il Presidente, venne eletta tra i confrati. Ed in effetti, già ai primi del Novecento, essa si amministrò autonomamente.
Il primo Presidente Onorario, che certamente aveva collaborato alla stesura della Statuto, proponendolo poi all’Arcivescovo di Palermo, fu l’Arciprete Saverio Palmisano.
Gli scopi principali della Congregazione erano, da una parte la crescita spirituale degli iscritti, da perseguire anche con apposite riunioni e conferenze, oltre all’attuazione di un programma di reciproca solidarietà in caso di morte o di grave bisogno; dall’altra la cura della Cappella dell’Immacolata, e in particolare della bara, sotto il cui titolo la Congregazione era nata.
Obbligo specifico dei Confrati era la custodia della bara, ogni volta che essa fosse uscita in processione.
Proprio alla processioni sono dedicati gli ultimi 4 Articoli dello Statuto, i quali danno anche indicazioni sulle caratteristiche dell’abitino che i Confrati dovranno indossare e dello stendardo:
Art. 35 Quando uscirà la processione, i Confrati indosseranno l’abitino color celeste, orlato bianco, con cordone bianchi e la placca con l’immagine di Maria S.S. Immacolata, col motto Confrati della Bara.
Art.36 I Confrati che non portano la bara si schiereranno con ordine e devozione, recitando il S.S. Rosario dietro di essa.
Art. 37 Avranno anche uno stendardo di color celeste, orlato bianco, con lo stemma con il nome di Maria S.S. Immacolata e il motto “I Confrati della Bara”.
Art. 38 Il Presidente effettivo della Congregazione avrà il diritto assoluto di suonare la campana, nei luoghi d’uso di fermata; in sua assenza o impedimento, destinerà egli stesso uno della deputazione per surrogarlo.
La guida era esclusivamente ecclesiastica. E’ vero che l’Arciprete pro tempore rimase Presidente Onorario, con compiti di garanzia e tutela, ma la deputazione composta inizialmente da 7 elementi compreso il Presidente, venne eletta tra i confrati. Ed in effetti, già ai primi del Novecento, essa si amministrò autonomamente.
Il primo Presidente Onorario, che certamente aveva collaborato alla stesura della Statuto, proponendolo poi all’Arcivescovo di Palermo, fu l’Arciprete Saverio Palmisano.